SAGGI CONSIGLIATI


LA BADESSA DI CASTRO. STORIA DI UNO SCANDALO. LISA ROSCIONI. SOCIETA' editrice Il Mulino.

La badessa di un convento cistercense intreccia una relazione con il suo vescovo, e ne ha segretamente un figlio. Il fatto però viene scoperto e i due vengono processati. La storia di questo scandalo cinquecentesco, aggiustata a scopo edificante dalle cronache che l'hanno tramandata, piacque a Stendhal che ne trasse spunto per una delle sue narrazioni più famose. Basato sugli atti originali del processo, ritrovati dopo secoli, questo libro ricostruisce la vera storia del vescovo e della badessa restituendo un vivido spaccato del mondo e delle circostanze nelle quali lo scandalo maturò, e mostrandoci cosa fossero la vita claustrale e il dramma delle monacazioni forzate, così come le strategie difensive e le sofferenze di chi cercava, affannosamente, una via d'uscita da un destino già segnato.

Non più di trecento passi separavano il convento della Visitazione dal vescovado, trecento passi che il vescovo di Castro e i suoi servitori furono visti più volte percorrere nell'inverno del 1572, di giorno e anche dopo il calar del sole. Era un continuo andirivieni di persone e cose - come un "formicaro" riferì un testimone durante il processo. Il vescovo e la badessa si scambiavano doni e favori: il vescovo, quasi ogni giorno, mandava in convento "limoncelli, melangoli, amandole con la guscia, pollastrelli e starne", mentre la badessa non soltanto ricambiava con "maccheroni, zuccari et altre cose da monache", ma lavava "lenzole, camisce et altre sorte di panni" appartenenti al presule.



BEATRICE CENCI, CRONACA DI UNA TRAGEDIA. LAMBERTO ANTONELLI. ARACNE EDITRICE.


Il giallo più appassionante della Roma del XVI secolo ricostruito attraverso la cronaca di un giornale odierno: titoli, corsivi, commenti, cronaca giudiziaria, polemiche, servizi di inviati speciali, interviste. I fatti narrati sono veri, estratti dai documenti del tempo. Le frasi attribuite ai protagonisti e ai personaggi minori, malgrado la diversa forma del racconto, sono state realmente pronunciate. Beatrice Cenci, bellissima figlia di uno degli uomini più ricchi, potenti e prepotenti di Roma, rivive il dramma della ingiusta accusa di parricidio sollecitata da chi voleva impossessarsi dei beni della dispotica casata. La narrazione va dal 1562 al 1598 anno della atroce triplice esecuzione pubblica di Beatrice, del fratello Giacomo e della matrigna Lucrezia. Macabra cerimonia che causò anche una decina di decessi tra la folla accalcata.




BEATRICE CENCI, ROMANA STORIA DEL SECOLO XVI. AUTORE ANONIMO. INTRA MOENIA EDIZIONI.


Queste pagine ci restituiscono la cronaca del processo e del supplizio di Beatrice Cenci, una giovane romana seviziata dal padre, ma capace di ribellarsi fino all'assassinio. Ma quanto c'è di tragico nella vicenda ha uno scenario di sottofondo che spetta anche al lettore indagare. Ciò che colpisce è il clima dell'epoca in cui si contrappongono da un lato lo spirito libero di un Galileo o di un Campanella; e dall'altro, i processi d'inquisizione, gli strumenti di tortura, il rogo di Giordano Bruno che avviene ad appena cinque mesi dalla morte di Beatrice. In mezzo c'è il popolo. Incapace di far pendere la bilancia in direzione della spinta innovatrice, ma pronto a parteggiare per la giovane donna durante il processo fino a sfociare in tumulti, a proteggerne la memoria con un intreccio di leggende e miti. Oggi riproponiamo la sua storia, tanto esaltata anche nell'arte e nella letteratura, con il testo ottocentesco che ne raccontò con voce anonima la storia.

 Francesco Cenci cominciò nella sua prima gioventù a far parlare di sé in Roma a cagione di alcuni suoi amori singolari condotti a seconda del suo capriccio con mezzi non meno originali. Sotto Paolo III il Tribunale della Inquisizione nascente non incuteva quel timore che poi sparse sotto il regno di Pio V, e si poteva parlare di ogni cosa con certa confidenza. Quindi molti sapevano e ne parlavano, che Francesco Cenci giovane fiero ed indomito, andava in cerca con particolare diletto di avventure bizzarre, che gli cagionassero delle peripezie di nuova idea.














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