LEGGENDE E VERITA' SULLE ORIGINI DEL "PELLEROSSA"
Tratto dal libro "Storia degli indiani d'America" di P.Jacquin".
Quando l’Europa scoprì l’America, scoprì prima “gli
indiani” (li battezzò così poiché credeva d’essere approdata nelle Indie).
Questi indiani da dove venivano? Erano originari del continente americano?
Nella concezione cristiana dell’umanità degli europei del XVI secolo, tutti gli
uomini appartenevano alla stirpe d’Adamo; cosicché papa Giulio II dichiarò
solennemente che gli indiani discendevano da Adamo ed Eva, il che non fece
venir meno le indagini su come erano approdati in America.
Ammesso che l’uomo americano discendeva da Adamo,
bisognava stabilire a quale stirpe appartenesse, se a quella di Sem o di un
altro patriarca. Ci si interrogò – non senza secondo fine, politico e
religioso- per sapere se gli indiani discendevano dai cartaginesi, dagli
spagnoli, dagli irlandesi, o se erano degli “ebrei nascosti” la cui apparizione
doveva precedere di poco il compimento del destino soprannaturale dell’umanità.
La risposta a tale domanda era più un’opzione spirituale che un’ipotesi
scientifica. Lo stesso si poteva dire a proposito dell’affermazione di alcuni
filosofi del XVIII secolo che non esitavano a qualificare gli indiani “uomini
preadamiti” esenti dal peccato originale, per mettere in imbarazzo i teologi e
minare il dogma cattolico.
Alla fine del XIX secolo, la moda delle teorie
diffusive aggrava la confusione. Insigni esperti cedettero di riconoscere
divinità egizie incise su piramidi messicane. Quindi le vecchie civilizzazioni
dell’America non mostravano niente d’originale: avrebbero preso tutto dal
Vecchio Continente, da Creta al Tibet. Il sentimento messianico della razza
bianca non era del tutto estraneo a tali fantasie.
La ricerca di un uomo americano veramente autoctono
ha per molto tempo sedotto gli studiosi in America; scoprirlo sarebbe stato l’ultimo
stadio dell’emancipazione spirituale del Nuovo Mondo in rapporto al Vecchio
Continente. Ma si finì per inventarlo. Il gigante di Cardiff, chiamato anche il
golia americano, fu un gigantesco affare di falsi; questo gigante scolpito
nella pietra fu sotterrato da un coltivatore di tabacco, George Hull, a sud di
Syracuse (New York) e fu “scoperto” nel 1869, facendo la fortuna del suo
ideatore e suscitando ammirazione tra i sapienti dell’epoca! Il “fossile” è
attualmente al Farmer’s Museum di Cooperstown (New York).
Contemporaneamente a tutte queste ipotesi, se ne
sviluppò una seconda, meno spettacolare ma avvalorata da serie ricerche. A partire
dal XIII secolo, le esplorazioni dell’oceano Pacifico del Nord, e in primo
luogo quelle del danese Vitus Bering, incaricato dallo zar Pietro II di
esplorare i confini settentrionali dell’impero russo, dimostrarono che solo 76
km dividevano l’Alaska dal continente asiatico, separati dalle isole Diomede.
Fu così che alcuni studiosi cominciarono a pensare
che gli indiani provenivano dall’Asia. Quando nel 1739 Smibert, pittore alla
corte di Mosca, dopo aver conosciuto i siberiani, vide per la prima volta degli
indiani, dichiarò che erano mongoli.
Le ricerche iniziate nel XIX e XX secolo da
paleontologi e archeologi non hanno portato a ritrovamento di ossa fossili
umane che attesterebbero una possibile evoluzione dell’uomo a iniziare dai
primati del Nuovo Mondo. Gli scheletri scoperti in America del Nord come in
America del Sud appartengono alla specie homo
sapiens, da cui discendono tutte le attuali razze. I progressi della
geologia permettono di avanzare la seguente ipotesi, che trova concordi tutti
gli scienziati. Nel pleistocene il ghiaccio ridusse la superficie del mare,
formando una striscia di terra attraverso lo stretto di Bering. Nell’ultimo
periodo della glaciazione, nel corso del Wisconsin, l’abbassamento del livello
del mare avrebbe dato origine a una vasta lingua di terra sulla quale si
sarebbero potuto effettuare traversate da un continente all’altro. Perciò
gruppi di cacciatori all’inseguimento di prede o popolazioni in emigrazione
sarebbero approdati in territorio americano senza saperlo. In che epoca
sarebbero avvenuti tali passaggi? Oggi si afferma che avvennero in due ondate,
la prima verso il 35.000 a.C., la seconda verso il 15.000 a.C., quando lo
stretto venne nuovamente trasformato in istmo.
Dall’Alaska questi pionieri discesero il fiume
Mackenzie fino alle pianure del Nord. Di lì alcuni si spinsero verso il
Missouri, proseguendo la traversata fino alla vallata dello Snake River e più a
sud fino al versante delle montagne degradante sul Pacifico, mentre altri
utilizzarono il corridoio est delle Montagne Rocciose per dilagare verso il Sud.
Questa espansione dovette avvenire in un lungo arco di tempo, il che
spiegherebbe il polimorfismo degli indiani e la varietà dei loro linguaggi.
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