RECENSIONE AL ROMANZO "IL GENERALE DI ALESSANDRO MAGNO" DI S.TIEZZI, A CURA DI MONICA MARATTA PER IL BLOG "LES FLEURS DU MAL".

“Quali Alessandro in quelle parti calde
d’India vide sopra ‘l suo stuolo
fiamme cadere infino a terra salde.”
(Dante Alighieri, Inferno, Canto XIV, 31-33)


Il Generale di Alessandro Magno è il romanzo dell’autrice selfpublisher Soraya Tiezzi. Scrivere di un personaggio di tale complessità e spessore, sviscerarne la psicologia è un atto di grande coraggio. L’originalità della scrittrice sta nell’usare come io narrante non Alessandro stesso, ma l’uomo che, insieme al padre Filippo II, ha più influito nella sua vita: Efestione.
Attraverso i suoi occhi, grazie ai sentimenti mostrati, conosciamo la vita intima del grande macedone. Efestione è morto, descrive il tormento del suo amato durante il rito funebre e da lì parte la narrazione a ritroso nel tempo.

E’ così che è finita per me, con il mio ormai stanco corpo adagiato su una maestosa pira di legno e avvolto da fiamme gialle con contorni rossi, un bagliore che mi avvolge tutto,mentre il fuoco mi divora, ma io non lo sento, non più.
Sono uno spirito, non ho più voce. Non posso più gridare, parlare, non posso più toccare i suoi capelli biondi come il sole ormai corti in segno di tributo per me, ne sentirli tra le mie mani…
Non piangere per me, non sentirti in colpa, io sono in pace.

Nell’opera è ben tracciata la psicologia del grande personaggio storico. L’autrice, dopo l’evidente e accurata documentazione, presenta Alessandro come un uomo impulsivo, a tratti incauto nelle azioni, ma anche logico, intuitivo e calcolatore proprio come la storia riporta. D’altro canto la stessa coerenza non è rispettata nella descrizione fisica. Egli non era particolarmente avvenente, anzi, possedeva una corporatura sgraziata. Forse l’autrice ha voluto rispecchiare il punto di vista di Efestione che lo guarda con gli occhi dell’amore incondizionato.


Lo amavo come si ama un amico, un fratello, un amante. Efestione e Alessandro come Patroclo e Achille, proprio come lui avrei fatto di tutto, ma gli dei non mi hanno concesso di vivere oltre.”


Non bisogna aspettarsi il classico romanzo storico, dove a predominare sono le gesta di Alessandro Magno, ma ciò che si scopre è la profonda introspezione psicologica descritta con dolci pennellate dello stile delicato che la Tiezzi possiede. È quest’ultimo il maggior pregio del romanzo, anche se i fatti storici, le grandi battaglie avrebbero meritato uno stile più adatto a rendere incisivi i colpi di scena e l’azione. Caratteristiche trattate in modo più sintetico. Bisognerebbe, però, analizzare l’intento maggiore dell’autrice e capire se ciò rappresenti una scelta personale per dare maggior spazio alla componente psicologica, come sopra affermato. Interessante e piacevole l’introduzione della figura di Aristotele descritta in scene intrecciate con il timido approccio di Efestione verso l’oggetto della sua passione.


“Filippo portò con sé da Atene un uomo, Aristotele, fu lui ad istruirci. Passai molto più tempo con Alessandro da quando tutti noi paggi eravamo divenuti suoi allievi…
Aristotele ci portava sempre fuori, le sue idee di mostrarci ciò che avremmo imparato dai libri…
In quei momenti cercavo sempre di sedermi vicino ad Alessandro o di mettermi in modo da poterlo osservare. Mi mancava il coraggio per rivolgergli la parola, ma sentivo il suo sguardo su di me, i suoi occhi marroni che percorrevano le linee del mio viso, del mio mento squadrato, la forma dei miei occhi.”


Ora non si ha lo spazio necessario per riportare la lunga storia di Alessandro Magno, ne è questo lo scopo, quanto, piuttosto analizzare l’opera dell’autrice. Il testo è scorrevole, lo stile semplice ma curato e delicato. Il Generale di Alessandro Magno è un bel quadro sull’umanità e le debolezze di un personaggio della storia e di tutti quelli che fecero parte della sua vita.https://www.amazon.it/Il-Generale-di-Alessandro-Magno-ebook/dp/B073Z1T24V/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1503049914&sr=8-2&keywords=SORAYA+TIEZZI

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