Recensione del romanzo "Nel cerchio del tempo", di Liliana Fiume. A cura di Monica Maratta per il blog Les fleurs du mal.

Nel cerchio del tempo è il libro di genere fantasy dell’autrice selfpublisher Liliana Fiume, genere che ha avuto, per buona parte del novecento, scarsi risultati in Italia a causa dell’influenza estetica di Benedetto Croce. Si assiste al grande ritorno del fantasy negli anni duemila, grazie alle riduzioni cinematografiche del romanzo “Il signore degli anelli” e al nuovo fenomeno letterario “Harry Potter”. Notevole poi il contributo di diversi medium come videogiochi, serie tv e fumetti.
   Il romanzo della Fiume si presenta ricco di colpi di scena tant’è che inizia, nel prologo, con un attacco all’accampamento dei Lupi Grigi dove si trova il protagonista. Si ha la sensazione di partecipare agli eventi come se ci si trovasse lì. In seguito, nella prima parte, si fa un passo indietro nel tempo e l’autrice comincia a costruire la trama dal principio.   Kronos, figlio del re Kollin a capo dei Kroll, viene nominato successore al trono dopo aver portato a termine un’impresa rischiosa e aver risvegliato i poteri della spada di un suo antenato. L’arma, infatti, era in grado di donare la profezia al suo possessore. Tutto ciò viene ricordato in sogno dalla moglie di Kronos, la regina Diastris. Notevole la destrezza con cui la Fiume guida lo spazio temporale maneggiando sapientemente il passato col presente e costringendo il lettore a non abbassare mai la guardia sulla trama, rendendolo ansioso di perdere gli intrecci del romanzo.  Nella prima parte del romanzo si ha difficoltà a seguire la storia a causa dei numerosi personaggi che interagiscono tra loro, ognuno con una vicenda personale che tuttavia l’autrice cura magistralmente.
I personaggi sono caratterizzati in maniera mai banale, grazie alla descrizione perfetta dei loro stati d’animo.  Un esempio ne è la presentazione del protagonista, Kronos il re dei kroll:
“ In sincronia col ritmo violento del suo sangue la piaga sulla guancia pulsava come una cosa viva. E in fondo lo era. Era parte di lui…
Si sforzò d’ignorarla, come gli era stato insegnato, ma era sempre più difficile ignorare la pena di una vita intera. Per un kroll il dolore non esiste, il freddo non esiste, la paura non esiste. Dimenticateli! Era quello che ripetevano fino alla nausea a tutti i guerrieri, fin dall’infanzia, e lui non era un soldato qualsiasi, era il re.”
Il male che sembrava essere stato sconfitto dal loro primo antenato Kronos, tornerà a riemergere dalle viscere della terra portando nel regno una serie di morti misteriose. Il compito dell’attuale re Kronos sarà quello di salvare il suo popolo sfidando la morte e mettendo a repentaglio la propria vita. Complotti, intrighi e passioni sono gli ingredienti del romanzo .
La costruzione della trama e la presenza del mito, dell’immaginazione e di elementi sovrannaturali come ad esempio i “Klugh”, una razza semi umana che vive nelle paludi, o i “krill”, classificano l’opera come appartenente al genere classico del fantasy.
Gli abitanti del sottosuolo erano krill, così assuefatti a quel mondo oscuro e silenzioso, che difficilmente risalivano in superficie.
Lo stile della Fiume è semplice ma curato, i periodi utilizzati non sono mai eccessivamente lunghi o complessi, inoltre il testo mostra di possedere un buon equilibrio tra le descrizioni e i dialoghi.
Lettura consigliata non solo agli amanti del genere ma anche ai lettori principianti del fantasy, grazie alla trama ricca di eventi sorprendenti, a una buona descrizione degli ambienti magici e alla creazione di personaggi dal profilo psicologico profondo.

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