IL TEMPO NEL MEDIOEVO
Con l’alto Medioevo si abbandona il vecchio calendario
romano che divideva il mese in tre parti, scandite dalle calende (il primo)
dalle none (il 5 o il 7) e dalle idi (il 13 o il 15). I nomi dei mesi restano
quelli antichi, mentre i giorni della settimana, dall’età tardoantica in poi,
si indicano come feria prima, feria
secunda… sino alla domenica, dies
dominica, riservata al culto divino.
L’usanza ecclesiastica raccoglie in gruppi di tre le
ore, al trascorrere delle quali suonano le campane delle chiese e dei
monasteri, in taluni casi regolandosi sull’uso delle clessidre, orologi a sole
e ad acqua o sullo struggersi di una grossa candela di determinate proporzioni,
si calcola con approssimazione l’ora che passa determinando così il momento in
cui devono dire, utilizzando gli appositi libri
d’ore, specifiche preghiere secondo i diversi periodi dell’anno liturgico.
Solo con il Trecento e la più ampia diffusione degli
orologi meccanici le ore saranno tutte di pari durata e giorno e notte anch’essi
avranno eguale lunghezza salvo le variazioni stagionali. In campagna comunque
il sorgere e il tramontare del sole rimarranno lo spartiacque della giornata.
Il lavoro s’inizia con le prime luci del giorno e
termina a terza, interrotto dal pasto
più importante della giornata, definito desinare ovvero momento della
sospensione della normale attività lavorativa. Il pasto della sera dopo il
vespro è più leggero e non è raro trascurarlo, specie per i più giovani, che
fra terza e nona abbiano consumato la merenda.
A questi uffici si adeguano gli orari e anche le faccende di casa.
Così come c’è un tempo per il lavoro, per il riposo e
la preghiera, v’è anche il tempo della vita, considerato quasi un tutt’uno con
quello della morte. Nessuno infatti sa quanto possa durare in media l’esistenza,
non essendoci né stato civile, né atti di nascita o di morte. Del tutto ignoto
resta il dato sulla natalità e la mortalità. Ma certo la longevità è dono raro
e pervenire alla vecchiaia non è facile.
(Il Medioevo giorno per giorno. Ludovico Gatto. Newton
Compton Editori).
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