RECENSIONE DI "PROFUMO D'OTTOBRE, D'AMORE E DI GUERRA" DI ANNALISA CARAVANTE. A CURA DI MONICA MARATTA PER IL BLOG "LES FLEURS DU MAL".
“Napoli sepolta nella guerra non aveva avuto un suo poeta né un suo reporter, perché per tutti era stato troppo difficile e sorprendente il sopravvivere all’arida tragedia di quegli anni per poterla subito fissare e prolungare in una memoria, in un diario.”Nello Ajello, 1954.
E’
stupefacente come a molti anni dalla tragedia della seconda guerra
mondiale, una giovane scrittrice napoletana, di ben altra generazione di
quella che ha vissuto l’orripilante evento, sia riuscita con talento e
maestria a dipingere in scene vive e toccanti lo spaccato di storia
drammatica del capoluogo campano.
Il romanzo
“Profumo d’Ottobre, d’amore e di guerra” scritto da Annalisa Caravante,
non potrà lasciare indifferente il lettore. Racchiuso in esso c’è uno
spaccato di storia preziosa da preservare, scritto non solo con la
precisione di un saggio storico, ma con tutta la sensibilità che
l’autrice possiede e che traspare pagina dopo pagina. Tra le righe di
“Profumo d’Ottobre” si percepiscono, come un graffio sul cuore, una
ferita profonda, le grida di dolore della povera gente, indifesa di
fronte al dramma che ha dovuto subire impotente.
Per sua
disgrazia Napoli fu un obiettivo strategico e importante durante
l’evento bellico. Difatti la flotta militare navale non poteva essere
accolta nei porti di Taranto e La Spezia che non avevano spazio
sufficiente. Di conseguenza Napoli fu la prima città ad accogliere gli
Anglo-americani nella loro risalita lungo la penisola. Bombardamenti
incessanti che ridussero la “città del sole”, conosciuta per la
scanzonata allegria degli abitanti, in un cimitero a cielo aperto.
“Era la notte fra il trenta Settembre e il primo Ottobre 1943, l’epilogo delle quattro giornate di Napoli, ma per le strade si continuava a morire; si moriva per la fame e per la lotta contro i nazi-fascisti. Uscivamo sfatti e insanguinati da un tragico mese d’assedio, dove noi napoletani, messi di fronte alla scelta tra il lavoro forzato in Germania e la morte, avevamo scelto la lotta. Avevo visto alternarsi sul campo giovani, anziani, bambini, donne, studenti, madri, figli: il popolo. Tutti uniti per liberare la città. Era iniziato per L’Italia quel lungo periodo che sarebbe passato alla storia col termine di Resistenza.”
Un’ opera
che nulla a da invidiare a quelle bellissime e importanti del neo
realismo italiano. A.Caravante ha toccato, ad uno ad uno, gli eventi
minori che fanno la “piccola” storia e che in realtà sono i più preziosi
per comprendere le verità, a volte nascoste. I suoi protagonisti curati
con una perfezione quasi maniacale, durante la stesura dei diversi
volumi che compongono il romanzo, a turno hanno vissuto sulla loro pelle
le tragedie dello stupro, dell’aborto causato dalla malnutrizione, la
cattura e l’incarcerazione disumana in prigioni ove era impossibile
uscire vivi. Alcuni hanno trovato la morte facendo commuovere il lettore
che riesce a entrare in empatia con i personaggi, poiché la loro
caratterizzazione è perfetta. Sicuramente uno degli elementi che
contribuisce a questo è l’uso di alcuni dialoghi in dialetto. Patrimonio
grandioso di ogni regione italiana che, grazie alle tradizioni, si
distingue l’una dall’altra per la propria esclusiva bellezza, come in
una variopinta sfilata carnevalesca.
“-Lasciatancelle, già ve ne site pigliate abbastanza, sang’ ‘e chi ve stramuorto!- una donna buttò una granata sui soldati.-Ma che vulite ‘a nuje?- si disperava un uomo anziano, con un’arma puntata alla tempia e le mani alla nuca.
Rispettando
il genere del romanzo rosa di ambientazione storica, al suo interno
viene narrata la storia sentimentale di Claudia De Santis, la
protagonista di “Profumo d’Ottobre”. La giovane donna è combattuta, ha
il cuore diviso a metà tra l’amore razionale, sicuro, protettivo, a
rigor di logica l’unico da assecondare e quello viscerale, impulsivo e
sbagliato. Eppure quest’ultimo non l’abbandona mai, logorandola con
prepotenza nel corpo e nell’anima. Quale strada, dunque, intraprendere?
Il lettore seguirà col fiato sospeso le peripezie amorose, voglioso di
capire chi Claudia riuscirà ad amare una volta per tutte.
Romanzo ben
riuscito per lo stile preciso, per il linguaggio accurato e scorrevole
ma anche per il susseguirsi dei colpi di scena. Consigliato agli amanti
del genere, soprattutto in cerca di emozioni struggenti, vere a volte
dolorose e crudeli che, oltre a dare il piacere della lettura, sono in
grado di far riflettere profondamente su ciò che è stato.
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